…la fede con Gesù

Letture: At 1, 1-11; Sal 46; Ef 1, 17-23; Mt 28, 16-20.

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Celebriamo oggi la festa dell’Ascensione del Signore, evento narrato dal brano degli Atti degli Apostoli, che ogni anno la liturgia di questo giorno ci propone:

“Dette queste cose, mentre essi guardavano, fu assunto in cielo; e una nuvola, accogliendolo, lo sottrasse ai loro sguardi” (At 1,9)

L’Ascensione è un altro modo per esprimere la Risurrezione di Gesù e, nello stesso tempo, dà inizio ad una nuova forma della fede.

Il distaccarsi di Gesù dai suoi, dà inizio ad una nuova dimensione del rapporto tra Lui e i suoi discepoli; tra il Risorto e noi, i quali, passando attraverso la testimonianza degli apostoli, siamo i nuovi discepoli e dunque i suoi testimoni nel mondo di oggi.

Gesù sia prima della crocifissione, nell’annuncio della Risurrezione, che dopo invita i suoi a recarsi in Galilea, dove Egli li precede e dove lo incontreranno. I discepol,i obbedendo al comando del Signore, ritornano dove era iniziato il ministero pubblico del Signore e dove era iniziata la loro esperienza di convivenza con Lui.

Questo ritornare sul luogo degli inizi è per i discepoli una seconda chiamata. Essi si apprestano a ricominciare, a rimettersi in cammino per sempre, a vivere la sequela del Maestro, che sempre li precede, in un nuovo rapporto. Inizia per loro – e cosi per noi – la fede con Gesù.

In queste domeniche abbiamo parlato della fede in Cristo. Gesù stesso, due domeniche fa, ci invitava, nel vangelo di Giovanni, ad avere fede in Dio e fede in Lui.

Con la sua Ascensione si apre un’altra dimensione della fede: Credere con Lui. Egli stesso dira’ ai suoi:

“Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt28, 20)

Vivere la fede con Lui significa che ogni nostra azione non solo è sotto la grazia di Dio, ma ognuna è importante. Non esiste più la banalità. Tutto può diventare amore, preghiera, annuncio e testimonianza… se vissuto nella volontà di Dio.

Ecco perché alla domanda di don Bosco a Domenico Savio, di 14 anni, che stava giocando a pallone “Se sapessi di morire ora, che cosa faresti?” Egli, rispose: “Continuerei a giocare”… E voi? Noi?

Ogni azione può essere animata, significata, riempita e guidata dall’amore per Gesù. Solo cosi possiamo vivere e realizzare le parole del prologo del vangelo di Giovanni:

“ Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14).

Non esiste più per il credente, per il cristiano un’azione sacra e una umana, tutto l’agire dell’essere umano, vissuto in e con Lui, diventa occasione e possibilità di annuncio e di maturazione della propria fede.

Grazie!

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