Il pastore bello

Letture: At 4,8-12; Sal 117; 1 Gv 3,1-2; Gv 10,11-18

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Perché Gesù usa l’immagine del “buon pastore” e delle pecore? Secondo voi perché?

            Quali sono secondo voi le caratteristiche della pecora?

  • Non vive da sola, ma in gregge.
  • È rinchiusa in un recinto: non può uscire quando vuole.
  • Non sceglie i suoi amici.
  • Non può decidere cosa fare, cosa mangiare.. non può scegliere nulla.
  • Non può studiare e praticare sport.
  • Non ha libertà!

Se queste sono le caratteristiche della pecora e Gesù nel Vangelo di Giovanni ci paragona a delle pecore, sembra quasi che voglia offenderci. Ma capiamo subito che non è così!

Qual è secondo voi il messaggio che Gesù ci vuole dire, attraverso l’utilizzo dell’immagine “del pastore e delle pecore”? Tra l’altro egli non dice solo pastore, ma aggiunge un aggettivo: buono, buon pastore; anche se, per essere precisi, bisognerebbe tradurre con l’aggettivo bello e quindi pastore bello.

            Gesù con l’immagine del “buon pastore e delle pecore” vuole dirci che come le pecore non possono e non sanno scegliere, cosi a volte accade la stessa cosa agli uomini. Credono di essere liberi, di poter scegliere quello che vogliono, ma in realtà c’è sempre qualcuno che decide e sceglie al loro posto.

Cosi succede per noi! Crediamo che possiamo fare quello che vogliamo perché pensiamo di essere liberi, ma c’è qualcuno che decide al nostro posto e ci dice che cosa dobbiamo fare. Questo qualcuno che sceglie per noi non è riferito ai nostri genitori, i quali cercano sempre di scegliere il bene migliore per noi, anche se non sempre è garantito.

Per Gesù “quel qualcuno” che sceglie al nostro posto, è riferito a quei poteri che sono per noi oggi la televisione, la moda, lo sport e il consumismo.

Se riflettiamo sul nostro modo di pensare, di scegliere, di vestirci, di usare e gettare quello che abbiamo, che tra l’altro non ci siamo guadagnati perché non lavoriamo, sul perché pratichiamo lo sport, forse ci si rende conto che non siamo noi a deciderlo, ma siamo condizionati da tutto ciò che può essere definito con la parola: moda.

Inoltre, come le pecore non possono vivere da sole e senza un pastore, cioè senza una guida, che sappia indicare la via giusta e consigliare per il vero bene; così avviene per le persone (e per ciascuno di noi), le quali hanno bisogno di una guida spirituale.

 Gesù in questo brano di vangelo, si propone a noi come il buon pastore o il pastore bello, cioè la migliore guida per la nostra vita perché a differenza del mercenario al quale non interessa la vita delle pecore e scappa di fronte ai lupi, Egli – Gesù – è pronto a dare la vita per ciascuno di noi.

Come il pastore conosce le sue pecore, le chiama per nome, s’interessa di loro e le ama ciascuna singolarmente e tutte sono sue amiche; così Gesù è nei nostri riguardi.

Inoltre, il vero pastore cerca di aiutare ogni pecora: le difende, va in cerca di quella perduta e si pone a loro servizio. Gesù fa la stessa cosa con noi: aiuta tutti, non esclude nessuno dal suo amore perché tutti preziosi ai suoi occhi e desidera essere con ciascuno di noi amico per la pelle.

Infine, a differenza delle pecore che non potranno mai essere libere perché animali, Gesù desidera che noi, mettendo in pratica la sua parola e vivendo il suo comandamento dell’amore scambievole, diventiamo persone libere.

            Allora che cosa dobbiamo fare? Che cosa Gesù ci chiede questa sera? Di sceglierlo come guida, consigliere e amico della nostra vita. Stasera quando andrete a letto, prima di addormentarvi, dite a Gesù se lo scegliete come vostro amico speciale e vostra guida.

Grazie!

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