La CONFESSIONE… la nostra Pasqua!

Il sacramento –

II parte.

 

 

Preghiera

Salmo 50

 

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.

Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto;
perciò sei giusto quando parli,
retto nel tuo giudizio.

Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre.
Ma tu vuoi la sincerità del cuore
e nell’intimo m’insegni la sapienza.

Purificami con issopo e sarò mondo;
lavami e sarò più bianco della neve.
Fammi sentire gioia e letizia,
esulteranno le ossa che hai spezzato.

Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.

Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.

Insegnerò agli erranti le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.

 

Questa seconda parte della catechesi, dedicata al sacramento della confessione, focalizzerà la sua attenzione sul significato del sacramento in quanto tale, vale a dire: come prepararsi per una buona confessione, quali sono i frutti che essa genera nell’animo del penitente e quali sono gli impegni da assumersi dopo ogni confessione[1].

Desidero mettere in evidenza la bellezza di tale sacramento, in quanto occorre essere consapevoli di non presentarsi innanzi ad un tribunale per essere giudicati e puniti, ma di entrare nel lavacro di rigenerazione e di purificazione, con il quale la persona si senta accolta, amata, perdonata e inviata a non commettere più il peccato, secondo l’ammonimento di Gesù alla donna peccatrice “Va’ e d’ora in poi non peccare più[2].

 

Come consetudine, affrontiamo il tema della catechesi seguendo lo schema delle quattro domande:

  • qual è il significato etimologico?,
  • quale il fondamento biblico?,
  • quale la liturgia del sacramento?,
  • quale la sua spiritualità?

 

  1. Che cosa vuol dire la parola “confessione?”

Prima di rispondere a questa domanda, vorrei ricordare l’uso dei diversi termini impiegati per definire questo sacramento. Essi sono: “confessione”[3], “riconciliazione”[4], “sacramento della penitenza”[5], “sacramento della conversione”[6] e “sacramento del perdono”[7].

Il Cardinal Carlo Maria Martini chiamava questo sacramento:

« Il sacramento del risorgere »[8].

Prendo in esame solo il primo termine con il quale solitamente indichiamo questo sacramento: confessione.

Il termine confessione, secondo il dizionario della lingua italiana, è così definito:

  • “Dichiarare spontaneamente o riconoscere una propria colpa o un errore commesso;
  • ammettere come vero e reale un’azione o un comportamento negativo;
  • infine, con riferimento al sacramento, dire (e quindi denunciare) i propri peccati al confessore.

Dal significato linguistico, possiamo evidenziare che la confessione richiede un primo atto, che possiamo chiamare “atto di verità” (riconoscere e ammettere i peccati commessi), un secondo atto definito “atto di fede” (chiedere a Dio di essere perdonati), in cui è in gioco la libertà personale, ed infine un terzo atto detto “atto ecclesiale (che ristabilisce l`unità e la comunione sia con Dio che con i fratelli).

Dire la verità sui propri peccati commessi è il segno di colui che cerca la libertà, perchè, come afferma san Giovanni: “La verità vi renderà liberi” (Gv 8,32).

Professare l’atto di fede nel chiedere perdono a Dio, manifesta il desiderio di crescere nell’amicizia con Dio fino al giorno in cui lo s’incontrerà faccia a faccia.

Infine, l’atto ecclesiale che il sacramento esprime, evidenzia la volontà del cuore a crescere nella carità verso il prossimo, sapendo che qualsiasi cosa facciamo all’altro, Gesù la ritiene fatta a lui[9].

 

  1. Qual’è il fondamento biblico della confessione? Ovvero quali sono i passi di riferimento della Sacra Scrittura?

Una prima considerazione da fare per poter rispondere a questa domanda in maniera chiara e mirata è la seguente :

Non è facile poter rispondere al quesito perché quando parliamo di  peccato, misericordia e conversione siamo di fronte ad « una realtà – come afferma il teologo Florio – complessa e variamente percepita… su cui gravita luminoso e ostinato l’appello di Dio alla conversione « Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo » (Lv 19,2), appello che Gesù porta a singolare compimento nel promulgare il nuovo patto : « Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste » (Mt 5,44) » [10].

Inoltre, credo sia opportuno tenere presente una seconda considerazione :

 tutta la Bibbia è attraversata e, più ancora, permeata dalla chiamata di Dio alla salvezza e, di conseguenza, alla conversione.

Prendiamo ora in esame solamente alcuni testi biblici, per poter trovare in essi il fondamento biblico del sacramento del perdono.

Antico Testamento.

Tutto l’Antico Testamento è attraversato (cosi come il Nuovo) dalla fedeltà di Dio alla sua alleanza, « che i profeti descriveranno come fondata sulla onnipotente misericordia di Dio (cf. Es 34,6-7 ; Is 49,15) e che la protologia (primo discorso) di Genesi indica nell’enigmatica promessa di una vittoria definitiva sul potere del serpente (cf. Gen 3,15). La storia si presenta cosi, prima di tutto e dopo tutto, come storia di salvezza, non solo come storia di peccato »[11].

Una storia di salvezza che si manifesta nella creazione (Gen 1-2), nella liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù in Egitto e la consegna del decalogo (Es 1-15), il cuore nuovo annunciato dal profeta Ezechiele (11,14-21) fino a connotare la misericordia del Signore e la sua alleanza di tratti sponsali, nuziali come in questo testo del profeta Geremia, per corrispondere all’amore divino:

“Ecco verranno giorni – dice il Signore – nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova. Non come l’alleanza che ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d’Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché io fossi loro Signore. Parola del Signore. Questa sarà l’alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo. Io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato”[12].

In questo brano del profeta, appaiono evidenti tre aspetti significativi:

  • L’allenza che sarà ristabilita tra Dio e il popolo, è presentata come un atto di totale gratuità, deciso da Dio stesso.
  • La nuova alleanza, la riconciliazione che Dio sancisce con il suo popolo e che sarà realizzata con la venuta di Gesù Cristo, presenta sia il carattere della collettività, ossia per tutta la comunità, che la dimensione universale, ossia per tutto il genere umano.
  • È un perdono e un’alleanza che Dio elargisce e sancisce per tutti, in forma generale, comunitaria ; non vi è ancora presente la dimensione individuale e personale del perdono, che sarà resa manifesta da Gesù e, successivamente, dalla Chiesa con il sacramento della confessione.

Nuovo Testamento.

Negli scritti neotestamentari la concenzione del peccato e di conseguenza del perdono da parte di Gesù « rappresentano il vero punto di svolta discriminante per comprendere tanto la relazione di Dio con l’uomo quanto dell’uomo con Dio in genere, e in particolare la stessa esperienza di peccato… Gesù affronta il peccato e il peccatore come due realtà distinte : il caso dell’adultera è emblematico (cf. Gv 8,1-,11). Egli è venuto per la salvezza dei peccatori e nel contempo per la condanna del peccato»[13].

Egli annuncia ai primi (i peccatori) l’intervento definitivo di Dio : la salvezza dell’umanità, portata a compimento con il sacrificio della sua vita sul Calvario; e al secondo (il peccato, ovvero Satana) la definitiva vittoria di Dio contro il male e ogni sua radice, senza dimenticare la responsabilità che ogni uomo ha nell’aderire al male nel proprio cuore e negli atti che compie.

Dal vangelo di san Giovanni:

« Dopo aver detto questo, Gesù alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi » (Gv 20, 22-23).

Questo brano giovanneo, scritto dopo la risurrezione di Gesù, fa emergere quella che sarà la missione dei discepoli: rimettere o ritenere i peccati. In questo conferimento che il Signroe dà, possiamo, in qualche modo, ritrovare il fondamento della prassi ecclesiale della confessione, che si svilupperà lungo la storia della Chiesa fino ai nostri giorni.

Infine, è di capitale importanza accennare alla teologia di san Paolo riferita al perdono dei peccati.

In tutto il corpus paolino ovvero in tutte le lettere dell’Apostolo delle Genti, il ministero della misericordia viene considerato come perdono esercitato da parte della Chiesa, come attualizzazione, nei cuori dei penitenti, della morte in croce del Salvatore (Cf. Ef 1,13-13; 2 Cor 5,18-20; Rm 5,10)[14].

 

  1. Come si celebra il sacramento della confessione? Quali sono gli atti della confessione?

Per avvicinarsi al sacramento e poter vivere un buona confessione occorrono alcuni passi preliminari da compiere.

  1. Buon esame di coscienza.

È importante prepararsi alla confessione fondamentalmente per due motivi.

Il primo motivo consiste nel prendere coscienza e nel verificare il periodo di vita vissuto dall’ultima confessione ; il secondo motivo ha lo scopo di poter vivere una buona confessione, nella quale si avverte che, con il sacramento, si passa dalla situazione iniziale di peccato, in cui ci si trovava, ad un’altra nella quale si è perdonati e l’animo avverte una certa leggerezza interiore.

Per questo occorre un buon esame di coscienza :

Quali sono i miei peccati? In che cosa ho peccato?

Quali peccati ho commesso contro Dio?, contro gli altri?, contro me stesso? e contro la natura?

A questo punto basta rileggersi quanto ho spiegato nella prima catechesi.

  1. Contrizione: dolore dell’animo, riprovazione del peccato commesso[15], impegno a non commetterlo più, intravvedere delle scelte per migliorarsi;

Il sentimento di riprovazione, di pentimento è fondamentale per chiedere perdono a Dio.

La contrizione, che nasce dal peccato compiuto e, di conseguenza, dal desiderio di non commetterlo più, sono le condizioni affinchè abbia efficacia il sacramento, cioè che il penintente sia perdonato.

Se non si è pentiti del peccato commesso, del male fatto, come può Dio perdonarci? Che senso ha avvicinarsi al sacramneto della riconcializione se non si è pentiti?

  1. Confessione al sacerdote dei propri peccati.

A questo punto del cammino di preparazione del sacramento, avviene la confesssione. Si ci avvcina ad un sacerdote e gli si chiede di ascoltare la confessione.

La confessione può contenere tre dimensioni :

  • Confessio fidei: è un atto di fede.

È l’atto della confessione dei peccati commessi.

È l’atto attraverso cui deponiamo il nostro piccolo cuore, debole e ferito, nel cuore misericordioso di Gesù, per chiedere perdono ed essere perdonati

  • Confessio vitae: È l’atto in cui siamo invitati a riconoscere i sentimenti

e le emozioni che sono in noi, causati dai peccati.

  • Confessio laudis: È l’atto di lode a Dio.

Durante la confessione siamo invitati anche a lodare Dio per le grazie ricevute, per i passi in avanti fatti nel cammino di fede, per altri motivi per i quali desideriamo ringraziare il Signore.

  1. Assoluzione: Perdono dei peccati da parte del sacerdote.

Il sacerdote, come di consetudine, dà dei consigli, indica delle soluzione in riferimento al contenuto della confessione, chiede la recita dell’atto di dolore[16] e infine dà l’assoluzione con la seguente formula :

Dio, Padre di misericordia,
che ha riconciliato a sé il mondo
nella morte e risurrezione del suo Figlio,
e ha effuso lo Spirito Santo
per la remissione dei peccati,
ti conceda, mediante il ministero della Chiesa,
il perdono e la pace.

E io ti assolvo dai tuoi peccati
nel nome del Padre e del Figlio 
X
e dello Spirito Santo.

  1. Penitenza: essa è il rimedio ai disordini causati dai peccati commessi.

La penitenza, che il sacerdote assegna al termine della confessione, non deve essere compresa come punizione, ma come aiuto per rimediare e per migliorare il cammino.

Infatti la penitenza deve essere collegata con i peccati che il penitente ha dichiarato. Per esempio, se una persona confessa di aver rubato 10 euro, come penitenza riceverà l’obbligo di consegnare quei soldi alla persona derubata. Nel caso in cui i soldi non si possono restituire per diversi motivi, allora verrà consigliato di darli in benificenza.

Quali potrebbero essere le difficoltà per confessarsi ? 

Dalla mia esperienza personale, mi sono reso conto che spesso le persone non si avvicinano frequentemente alla confessione sia per la “perdita del senso di peccato” sia perchè non hanno ancora scoperto e la bellezza e il valore guaritivo e santificante della confessione.

Ecco alcune difficoltà che, a mio parere, possono ostacolare il penitente ad avvicinarsi alla confessione con regolarità:

  • Non è facile confessarsi, soprattutto dopo tanti anni.

La Chiesa chiede e consiglia di confessarsi almeno una volta all’anno, per esempio per la festa di Pasqua. O due volte, per le solennità di Natale e Pasqua.

È consigliabile confessarsi una volta al mese o ogni due mesi. Ognuno poi decide con quale frequenza vivere il sacramento della confessione.

  • Non è facile confessare tutto : non sempre si ha il coraggio e la forza di liberarsi di ogni peccato e peso presenti nel proprio animo. Occorre per certi peccati e situazioni, che da anni il penitente porta in sé, una grazia speciale dello Spirito Santo.

In una paesino a sud della Francia, Laus, nel 1664 una giovanetta di nome Benoîte ricevette dalla Madonna, dopo 4 mesi di apparizioni quotidiane, la missione di aiutare i penitenti a preparsi alla confessione.

Ho trovato scritto :

« Avendo ricevuto il dono di poter leggere le coscienze, illumina il loro processo di conversione e le invia ai sacerdoti che sono stupiti dalla qualità delle confessioni »[17]

In questo luogo è sorto un santuario dedicato a « Notre Dame du Laus ».

Per vivere una buona confessione, prima di avvicinarsi al sacerdote, possiamo chiedere aiuto a Dio, alla Madonna, ad un santo di illuminarci oppure chiedere consigli ad una persona di cui ci fidiamo.

  • Esistono alcuni fatti ed episodi della nostra vita passata che fatichiamo a confessare perché :
  • Abbiamo paura del giudizio del prete?

Il sacerdote è uno strumento della misericordia di Dio. Egli quando confessa, è Gesù in persona che confessa e dona la sua misericordia ;

  • Abbiamo vergogna e pensiamo di essere giudicati?
  • Pensiamo che Dio non possa perdonarci?
  • Per altri motivi personali che ognuno di noi può avere?
  • A volte può anche bloccare il fatto che il sacerdote che ci confessa ci conosce e lo incontriamo nella vita quotidiana.
  • Non ci si sente capiti o liberi di parlare con quel sacerdote.
  • A volte si vorrebbe dire tutto, ma non ce la facciamo.

Questo significa che ancora non è arrivato il tempo favorevole o il momento giusto; bisogna rispettarsi e quindi aspettare il momento opportuno.

Il mio aiuto, prima di tutto come fratello e poi come sacerdote, consiste nel consigliare che, se desideriamo che Gesù ci guarisca e ci liberi dal male fino in fondo, dobbiamo piano piano, rispettando i nostri tempi di libertà e di crescita, poter confessare tutto il male che abbiamo fatto.

Pensate all’abbraccio. Quando ci si abbraccia, se il gesto dovesse essere fatto a metà o debole, noi non ci sentiamo veramente abbracciati e accolti.

Cosi può essere nel caso della confessione : se non consegnamo tutto a Dio, la confessione non potrà essere piena o totalmente liberatoria.

A me è capitato che quando sono riuscito a confessare i peccati più brutti che ho commesso, mi sono sentito più libero e leggero ; anche se non sempre è stato facile o immediato.

Per alcuni tipi di peccati ho impiegato molto tempo prima di confessarli. Quando poi ci sono riuscito mi sono reso conto che la paura e la vergona iniziali erano solo ostacoli, che ancora una volta Satana usava per tenermi legato alle sue tenebre e alla sua tristezza, impedendomi di lasciarmi abbracciare dalla misericordia di Dio completamente.

 

  1. Qual è il valore spirituale della confessione? Che cosa essa produce nella vita del fedele? Quali sono gli effetti e i frutti che la confessione elargisce nel cuore del credente?

Prima di rispondere a questa quarta domanda, voglio porre un interrogativo :

Perché dobbiamo confessarci, se Gesù ci ha perdonato e salvati sulla croce una volta e per sempre[18]?

Perché se da un lato è vero che Dio in Gesù suo Figlio ci ha salvati per sempre, come anche ci ricorda san Paolo con le seguenti parole:

“Siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!” (1Cor 6,11) ;

dall’altro lato, sia la preghiera del Padre Nostro, quando diciamo : “perdona i nostri peccati” (Lc 11,4), che l’ammonimento dell’evangelista Giovanni:

“Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi” (1Gv 1,8),

ci invitano a domandare perdono a Dio per i peccati che continuamente – purtroppo! – si commettono e la confessione è il luogo dove si è perdonati.

Qual’è il significato del sacramento della confessione – che mi piace definire profondo – se non il desiderio di libertà che abita il cuore umano?

La confessione è via di libertà.

Noi sappiamo che confessare i peccati è il darsi della coscienza, cioè riconoscere la propria situazione.

Esso è un atto di libertà, che solo l’Io può attuare, riconoscendosi.

Una libertà che diventa coscienza di sé e del cammino da intraprendere.

Tale coscienza sollecita la persona a cambiare, a convertirsi secondo quei parametri non più soggettivi, dettati dall’io,  ma oggettivi, dettati  da Dio e dalla sua parola, trasmessa dalla Chiesa.

La confessione diviene (ed è!) il luogo dove s’incontrano la coscienza dell’Io umano, limitato e peccatore, e il Tu di Dio-Padre illimitato e misericordioso.

La confessione inoltre è e vuole essere un atto di fiducia, di abbandono nella braccia del Padre, che sempre accoglie e perdona perché sempre ama, in quanto Amore.

La confessione è atto del darsi, del porsi nelle mani di un Altro (con la A maiscuola) affinché Egli ci conduca nel sentiero della Vita, evitando di deviare in strade senza meta e senza uscita.

La confessione, così compresa e così vissuta, si presenta e si offre non come un atto obbligato ed esterno alla libertà individuale, ma come scelta all’interno della propria coscienza.

Essa nasce quindi nel cuore umano, matura come esigenza e bisogno di purificazione per riprendere il cammino interrotto dal peccato e soprattutto come grazia divina mossa dallo Spirito Santo.

Il valore principale di questo sacramento è la conversione : il continuo dirigersi verso Cristo e la piena salvezza da lui elargita.

Siamo purificati e liberati dal male.

Si viene guariti da malattie spirituali e anche corporali.

Si è rafforzati nel cammino di santità e di conseguenza nella lotta contro il male e contro il nostro egoismo.

Siamo riconciliati principalmente con Dio ma anche con tutti i fratelli e le sorelle.

Inoltre la confessione genera in noi frutti spirituali, quali:

  • Si è in grazia di Dio.
  • Si è liberi dal passato in quanto riconciliati.

            La vita passata si integra con il presente.

  • Si è rafforzati nella carità e nella lotta contro il male.
  • Si crescere in umiltà.
  • Si è protetti.
  • Si è trasparenti e sinceri, senza temere nessuno.
  • Si è positivi.
  • Si è nella gioia e ci si sente leggeri, senza pesi nell’animo.
  • Si corre più spediti verso la santità.

 

Conclusione.

Ho voluto dedicare due catechesi a questo sacramento, chiamato sacramento della confessione o della riconciliazione, perchè esso è molto importante nel cammino di santità.

Lo scopo delle due catechesi è stato dettato sia dalla poca pratica da parte dei cristiani sia perché, probabilmente, come spesso constato nel mio ministero sacerdotale, è poco conosciuto nella sua bellezza, nella sua profondità e nella sua capacità di operare guarigioni e portare grazie.

Spesso le persone vanno alla ricerca di maghi, di guaritori, di indovini, di preghiere particolari di guarigione ed altro, che la Chiesa stessa prevede o permette,  e dimenticano che il luogo più proficuo e operante delle guarigioni interiori, oltre alla Santa Messa, è proprio il sacramento della confessione.

In questo sacramento Gesù Cristo in persona, attraverso il sacerdote, infonde nell’animo del penitente il perdono dei peccati, la guarigione da malattie spirituali, la libertà dal maligno e il rafforzamento della carità, ricevuta in dono nel giorno del battesimo.

Ho letto che alcuni santi si confessavano tutti i giorni; altri anche due volte al giorno. Perché?  Che bisogno avevano costoro di confessarsi tutti i giorni, loro che erano, in qualche modo, già santi sulla terra?

Che il loro esempio sia di aiuto e sprone ad avvicinarsi più frequentemente alla confessione!

Mi auguro che questi due incontri possano aiutare, ispirare e soprattutto a far nascere nel cuore la volontà di avvicinarsi alla confessione con maggior coscienza, desiderio e fiducia nel perdono di Dio, il Quale, come ci ha ricordato papa Francesco all’Angelus del 17 marzo del 2013:

“Lui mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono”[19].

Mi viene da aggiungere: “Date più lavoro ai sacerdoti con la confessione”.

 

Terminiamo con la preghiera.

Preghiamo[20]

A te salga, Signore, la nostra supplica,
a te il pianto del nostro cuore:
perdona i peccatori pentiti,
perché dai sentieri dell’errore
ritornino alle vie della giustizia
e guariti dalle ferite del peccato
custodiscano integra e perfetta
la grazia della nuova nascita nel Battesimo
e della riconciliazione nella Penitenza.

Per il nostro Signore, Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen!

Padre Nostro.

Grazie!

—————————————————————–

[1] Per una lettura approfondita del sacramento della confessione: Catechesimo della Chiesa Cattolica, dai num. 1422-1498.

https://www.vatican.va/archive/catechism_it/p2s2c2a4_it.htm

[2] Gv 7,11.

[3] CCC 1424.

[4] CCC 1424.

[5] CCC1423.

[6] Cfr. CCC 1423.

[7] CCC 1424.

[8] Cfr. C.M. Martini, Sul corpo, pag.86.

[9] Cr. Mt 25,40.

[10] M. Florio, S. R. Nkindji, G. Cavallo, R. Gerardi, Sacramentaria Speciale. II., Penitenza, unzione degli infermi, ordine, matrimonio, EDB, pag. 27.

[11] Idem. pag. 29.

[12] Ger 31, 31.33.34-35.

[13] M. Florio, S. R. Nkindji, G. Cavallo, R. Gerardi, Sacramentaria Speciale. II., Penitenza, unzione degli infermi, ordine, matrimonio, EDB, pag. 32.

[14] Idem. Pag. 48-49.

[15] Cfr. CCC 1451.

[16] In questa pagina del sito è possibile trovare diverse preghiere come atto di dolore: http://www.liturgia.maranatha.it/Penitenza/b1/1page.htm

[17] Santuario: Notre Dame du Laus https://www.sanctuaire-notredamedulaus.com/le-message/histoire

[18] CF. CCC 1425.

[19] https://www.vatican.va/content/francesco/it/angelus/2013/documents/papa-francesco_angelus_20130317.html

[20] Rito della Penitenza, p. 121-122.

https://www.vatican.va/jubilee_2000/liturgy/documents/ju_doc_20000418_holy-tuesday-penance_it.html

Torna in alto
Torna su