La coscienza cristiana

COSCIENZA E FEDE

“COSCIENZA: ISTRUZIONI PER L’USO”

In uno scritto di papa Giovanni Paolo II, ho trovato alcune frasi interessanti per il nostro percorso di questa sera. Esse sono :

« L’uomo è capace di entrare in se stesso…

Interrogate la vostra coscienza.

Ridare forza alla voce della coscienza »[1].

Tra queste frasi, mi ha colpito particolarmente la seconda : interrogate la vostra coscienza. È quanto desideriamo fare questa sera.

Desidero partire da 6 domande sulla coscienza, come sei punti del focus:

  1. Che cos’è e a che cosa serve la coscienza?
  2. Quali tipi di coscienza distinguiamo?
  3. Quali sono le caratteristiche o i pressupposti?
  4. Quali sono i criteri di scelta della coscienza?
  5. Che rapporto c’è tra la coscienza e la fede ? Come può la fede illuminare la coscienza per l’agire umano ?
  6. Come tenere desta(sveglia) la coscienza? Quale cammino formativo, quindi, da percorrere?

         1) CHE COS’È LA COSCIENZA? [2]

Dicevano i latini :

« L’OPERATIO SEQUITER ESSE, MA ESSE PERFICITUR OPERANDO ».

Nel dizionario etimologico ho trovato scritto :

«s.f. dal latino cum e scire. Siginificato. Consapevolezza dell’essere ; senso di sé come soggetto a cui riferire sentimenti ed esperienze. Facoltà per la quale sappiamo distinguere il bene dal male ; onestà ; senso proprio del dovere ; responsabilità »[3].

e nel dizionario dei sinonimi e contrari:

«consapevolezza – onestà –discernimento – lealtà.

Contrari : incoscienza – irresponsabilità »[4].

La definizione di coscienza del dizionario etimologico, « facoltà per la quale sappiamo distinguere il bene dal male », trova eco nell’affermazione del teologo moralista Cozzoli : « la prima coscienza è la consapevolezza del bene »[5].

L’uomo, quando parla di coscienza, si riferisce inizialmente alla distinzione tra il bene e il male. Ma chi dice all’uomo « che cos’è il bene » e, quindi, « che cos’è il male » ? Da quali presupposti la coscienza umana parte per distinguere il bene dal male ? Può essa partire dal niente per esprimere giudizi tra il bene e il male o addirittura farsi arbitra di se stessa? A questo riguardo, Giovanni Paolo II afferma :

« La coscienza non è una fonte autonoma ed esclusiva per decidere ciò che è buono e ciò che è cattivo: invece, in essa è iscritto profondamente un principio di obbedienza nei riguardi della norma oggettiva, che fonda e condiziona la corrispondenza delle sue decisioni con i comandi e i divieti che sono alla base del comportamento umano »[6].

E san Paolo parlando dei pagani scrive :

« Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; [15] essi dimostrano che quanto la legge esige, è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono. [16] Così avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo. [17] Ora, se tu ti vanti di portare il nome di Giudeo e ti riposi sicuro sulla legge, e ti glori di Dio, [18] del quale conosci la volontà e, istruito come sei dalla legge, sai discernere ciò che è meglio, [19] e sei convinto di esser guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle tenebre, [20] educatore degli ignoranti, maestro dei semplici, perché possiedi nella legge l’espressione della sapienza e della verità… [21] ebbene, come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi di non rubare, rubi? » (Rm 2, 14-21).

Questo ci fa comprendere che in ogni essere umano, indipendentemente della cultura, dal livello sociale e dalla scelta religiosa, esiste « un principio di obbedienza » o « una legge », che egli non si è dato e che scopre in se stesso, che la Chiesa chiama « legge naturale ». Ed è in base a questa legge naturale, inscritta nell’uomo, che la coscienza può decidere ciò che è bene da ciò che è male in vista dell’atto pratico.

Detto questo, vorrei presentarvi due definizioni di coscienza.

La prima è di papa Pio XII[7] :

« La coscienza è come il nucleo più intimo e segreto dell’uomo. Là egli si rifugia con le sue facoltà spirituali in assoluta solitudine: solo con se stesso, o meglio, solo con Dio — della cui voce la coscienza risuona — e con se stesso. Là egli si determina per il bene o per il male; là egli sceglie fra la strada della vittoria e quella della disfatta. Quando anche volesse, l’uomo non riuscirebbe mai a togliersela di dosso; con essa, o che approvi o che condanni, percorrerà tutto il cammino della vita, ed egualmente con essa, testimone veritiero ed incorruttibile, si presenterà al giudizio di Dio. La coscienza è, quindi, per dirla con una immagine tanto antica quanto degna, un άδυτον un santuario, sulla cui soglia tutti debbono arrestarsi; anche, se si tratta di un fanciullo, il padre e la madre. Solo il sacerdote vi entra come curatore di anime e come ministro del Sacramento della penitenza; né per questo la coscienza cessa di essere un geloso santuario, di cui Dio stesso vuole custodita la segretezza col sigillo del più sacro silenzio »[8].

La seconda del documento Gaudium et Spes, del CVII. Leggiamo. :

« Nell’intimo della coscienza, l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire. Questa voce, che lo chiama sempre ad amare, a fare il bene e a fuggire il male, al momento opportuno risuona nell’intimità del cuore: fà questo, evita quest’altro. L’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro al cuore; obbedire è la dignità stessa dell’uomo, e secondo questa egli sarà giudicato[9]. La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria(18) » [10].

La coscienza è il luogo più intimo dell’uomo ; la realtà più sacra e nascosta.

La coscienza è, quindi, il cuore dell’uomo : la sua centralità, da cui tutto parte e vi ritorna. Essa è, inoltre, la sede dell’interiorizzazione della Vita, dei valori e delle scelte.

     2) QUALI TIPI DI COSCIENZA DISTINGUIAMO?

  • La sinderesi : è la coscienza come la scintilla[11], cioé d’intuizione.

San Tommaso d’Acquino parlava di « abito : inclinazione, disposizione a conoscere ».

San Bonaventura parlava di una « potenza della volontà », cioé la volontà inclinata al bene.

Potremmo dire che la coscienza è la percezione e inclinazione al bene da compiere e al male da evitare. Possiamo affermare ancora una volta che ogni uomo è guidato da una coscienza – che io chiamo – prima.

Questa coscienza « prima » innata nell’uomo, è chiamata anche coscienza fondamentale e abituale perché esiste nell’uomo fin dalla sua nascita e perdura per tutta la sua vita.

  • La Bibbia chiama la coscienza « il cuore dell’uomo ». Cuore in cui viene la Parola di Dio e scende fino al centro ; luogo da cui fuoriescono le buone o cattive intenzioni ; luogo in cui il desiderio più profondo dell’uomo coincide con la volontà divina.
  • La coscienza prima o fondamentale con lo sviluppo e la formazione dell’uomo diventa coscienza interiorizzata, conoscitiva e
  • La coscienza, allora, può essere definita come «luce » dalla quale vengono formulati i giudizi[12].
  • Coscienza attuale, situazionale, funzionale quella che guida l’uomo a porre atti concreti : ad adoperarsi qui ed ora.
  • La coscienza : sacrario dell’uomo, il quale si ritrova solo con Dio, è chiamata anche voce di Dio.
  • La coscienza, guidando all’atto pratico, può essere definita anche dinamica e creativa. Dinamica nel senso che non è ripetitiva; creativa nel senso che il giudizio formulato e l’atto da porre in atto sono unici e inediti. Quindi, la persona non è un produttore di atti, ma « una persona in atto : una coscienza chiamata a « fare » la verità dell’atto »[13].

3) QUALI SONO LE CARATTERISITCHE O I PRESUPPOSTI DELLA COSCIENZA?

  • Gen 1 : l’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio.
  • Voce di Dio nel cuore dell’uomo (CCC 1706) e
  • Fa’ sentire che Dio parla (CCC 1777).
  • Ger 31,33 : « Porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore ».
  • Battesimale, battezzata : è guidata e sorretta dallo Spirito Santo.
  • La legge nuova, la legge dell’Amore, che guida la coscienza a vivere in Dio e sotto la sua condotta.
  • H. Newman : « la messaggera di Colui che ci parla » (CCC 1778).
  • H. Newman : « è il primo di tutti i vicari di Cristo » (CCC 1778).
  • Attesta la Verità (CCC 1777) ; è trasparente.
  • Rettitudine : padrona delle proprie facoltà, istinti e avvenimenti (CCC 1014).
  • Giustizia per cui pone dei giudizi, giudica (CCC 1777).
  • « la coscienza è una legge del nostro spirito, ma che lo supera, che ci dà degli ordini, che indica responsabilità e dovere, timore e speranza »[14].
  • Anticipo della libertà.
  • Costruisce l’uomo interiore (CCC 1779).
  • Purezzza.
  • Sacrificio.
  • Perseveranza.
  • Lotta (senza deporre le armi).
  • « Forza di non cadere e forza di risorgere »[15].
  • Agire dell’uomo nella vita privata-personale e pubblica-comunitaria.

4) QUALI SONO I CRITERI DI SCELTA DELLA COSCIENZA[16]

« Non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo l’inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell’errore. Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo »[17]

  • Lo Spirito Santo in noi e i suoi doni.
  • La rettitudine
  • Certezza : essere sicuri di compiere il bene.
  • Accordo con la ragione e con la legge divina.
  • Ricercare sempre ciò che è giusto e buono.
  • Discernere la Volontà di Dio.
  • La prudenza : valutazione della situazione ; possibili soluzioni operative, giudizio pratico. « Non lasciarsi vivere ». Discernimento►Spirito Santo.
  • Consigli di persone avvedute.
  • Non è mai consentito di fare il male perché ne derivi un bene.
  • La « regola d’oro » : « tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro » (Mt 7,12).
  • La carità passa sempre attraverso il rispetto del prossimo e della sua coscienza.
  • La coscienza può allontanarsi dalla legge civile (CCC 1903, 2242,2243) : obiezione di coscienza, anche in materia religiosa : nel caso di peccato.
  • Un ultimo cirterio : quando la coscienza si è espressa, cioé ha formulato il giudizio verso quell’azione da compiere o da non compiere, nasce per la persona l’obbligo ovvero l’obbedienza all’agire di conseguenza ; che, in ultima analisi, determina il vincolo della libertà dell’individuo con la verità. Questo giudizio formulato dalla coscienza è chiamato giudizio di coscienza, che è un giudizio pratico[18].
  • L’uomo, afferma il CVII : « è tenuto a seguire sempre fedelmente la sua coscienza »[19] perché il giudizio di coscienza è vincolante e obbliga all’azione. Disubbidire alla coscienza è peccato[20].
  • Nessuno è costretto ad agire contro coscienza e a nessuno deve essere impedito di agire in conformità alla coscienza[21].
  • « Libertà di coscienza non significa fare della coscienza l’arbitra del bene e del male. “Libertà di coscienza, infatti, «non è mai libertà “dalla” verità, ma sempre e solo “nella” verità ». Questa è la concezione del soggettivismo e dell’etica della situazione. La coscienza è la norma ultima non prima della moralità”. Non può essere retta, vera e certa, senza riferimento alla norma prima[22].

I criteri di scelta sono importanti perché l’essere umano si trova ogni giorno a decidere e a decidersi, anche se non sempre in maniera consapevole, sia per scelte sociali, politiche, religiose che personali e familiari.

L’uomo ha bisogno di interrogare spesso, sempre, ogni giorno, la sua coscienza per cogliere non solo la verità tra bene e male, ma anche – e direi soprattutto, per distinguere il bene vero e giusto da perseguire, dal bene che non è tale per il proprio o altrui cammino e che, quindi, è da non perseguire.

Questa scelta e operosità tra il bene e il male, tra ciò che è un bene o no per il proprio cammino, non sempre è facile da individuare e decidere. Non sempre l’uomo riesce a trovare in sé tutte le risposte, per cui egli ha bisogno – direi – di interrogare la Realtà. Quella realtà che gli si presenta attraverso gli altri, la società e il contesto in cui vive.

Anche in questa ricerca, l’uomo, se è onesto, si accorge che ancora non è giunto nel luogo della definitività e della pienezza alle domande che portà in sé. Allora, come fa egli a scegliere con sicurezza? Come decidere un’azione al posto di un’altra ? Come orientarsi verso questa visione della vita o quell’altra ? Come porre dei giudizi sulla verità di me stesso, dell’altro, della natura e della Società ?

L’essere umano non è solo corpo, intelligenza, volontà e pensiero, ma anche cuore ovvero : spirito, spiritualità, desiderio e ricerca dell’infinito. Può interrogare la realtà aprendosi ad un’altra dimensione : quella della fede, di Dio.

Il credente nella ricerca della verità di se stesso e delle sue azioni, non può non lasciarsi illuminare dallo Spirito Santo e dalla Parola di Dio.  Egli non può emarginare la sua fede da ciò che pensa, che sta per fare o che ha fatto, per capire se le sue azioni sono giuste o sbagliate ; altrimenti, se questo avvenisse, creerebbe divisione tra la mente : scelte e azioni, e il cuore : tabernacolo dei desideri, delle aspirazioni più profonde e delle domande, come spesso tanti fanno.

Tutto ciò dice a noi che nelle nostre scelte, anche giornaliere, nel nostro stile di vita, nella realizzazione della nostra esitenza, siamo chiamati a tener conto quanto la fede indica e propone. La Fede non fa altro che aiutare l’uomo a rientrare in se stesso, per ritrovare se stesso e per decidere in libertà.

La fede è la grazia di Dio per rispondere alla domanda del cuore : il desiderio profondo di Felicità, che abita ciascuno di noi, che Dio solo conosce profondamente, e che si costruisce ogni giorno attraverso le proprie azioni.

Vediamo ora concretamente come la fede viene in aiuto alla coscienza.

      5) CHE RAPPORTO C’È TRA COSCIENZA E FEDE ?

COME PUÒ LA FEDE ILLUMINARE LA COSCIENZA PER L’AGIRE UMANO ?

« Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me » (Gal 2,20)

Ogni domenica, quando a messa recitiamo il Credo, affermiamo non solo la nostra fede, ma la nostra scelta di come vivere.

Nel Credo diciamo: « Io credo in Dio Padre…, nel suo Figlio Gesù Cristo…, nello Spirito Santo » ovvero: Io credo nel Dio Trinità, manifestatosi con Gesù Cristo.

Affermare la propria fede nella Trinità è dirsi e ricordarsi del desiderio di conformare la propria vita a Gesù Cristo, perché solo in Lui viene rivelato il mistero dell’uomo[23] ; perché in Lui trova pienezza e compimento la vita umana. 

Gli strumenti che la fede da sempre propone sono:

  • la Parola di Dio (CCC 1454), in particolare : i Dieci comandamenti e quello che Gesù propone nel Vangelo. La Volontà di Dio,
  • Gesù :
  1. la Legge Nuova : il comandamento dell’Amore istituito da Gesù nell’ultima cena.
  2. I frutti buoni o le cattive azioni escono dal cuore dell’uomo (cfr. Mc 7, 14-23),
  3. Gesù afferma : « Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima»[24]. Che cosa serve avere, possedere, fare, essere protagonista (: VIP) se poi perdi la tua anima, cioé non sei felice e il tuo cuore non è nella pace ?
  • Lo Spirito Santo, il quale, abitando in ciascuno di noi, è il primo Maestro Spirituale.
  • I doni dello Spirito Santo, soprattutto i 7 doni della Cresima[25].
  • Quanto la Chiesa propone e insegna per il cammino cristiano :
  1. I Sacramenti : Eucarestia e Confessione (il peccato gioca contro la coscienza e la indebolisce).
  2. Esame di coscienza (CCC 1385, 1435, 1971).
  3. La virtù della prudenza (CCC 1806).
  4. Doveri e obblighi della coscienza.
  • la preghiera.

La Fede aiuta ad adeguare i propri atti interni ed esterni a Gesù. Aiutarsi e abituarsi a far nascere le idee, gli atti e le azioni da Cristo: dal rapporto che si ha con il Signore, affinchè la vita sia non solo moralmente giusta, ma raggiunga anche pienezza e gioia. Credere, quindi, è camminare sempre più verso Gesù: è la sequela del discepolo, il quale, come il mercante, trovata la perla di grande valore, vende tutto per acquistarla[26].

Credere è vivere la propria esistenza non da solo, ma in compagnia di Cristo.

Credere è,infine, poter affermare un giorno come san Paolo :                   « Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me » (Gal 2,20).

T. Spidlik a proposito dell’agire dell’uomo afferma:

« Come dobbiamo comprendere l’azione del Padre? Egli è il creatore. Tutto ciò che esiste ha la sua origine in lui. Egli però ha creato l’uomo come suo collaboratore, « concreatore », lo ha chiamato perché conduca a perfezione la creazione iniziale, facendo, allo stesso modo di Cristo, la volontà del Padre celeste sulla terra. Diciamo « allo stesso modo di Cristo »… Infatti, siamo capaci di agire « secondo Cristo » solo perché siamo « in Cristo », perché egli è unito a noi. Lo ha attestato san Paolo dicendo “per me infatti il vivere è Cristo” (Fil 1,21)… Le opere umane sono diversissime, ma tutte si uniscono in quella grande opera divina che è la salvezza del mondo »[27].

Spidlik ci aiuta a comprendere che le nostre azioni, i nostri atti non hanno solo un’incidenza sulla nostra vita, ma su tutto il creato. Cosi il nostro agire diventa un agire nobile, sacro, perché orientato al progetto di Dio sull’Umanità e sulla Creazione.

6) COME TENERE DESTA (sveglia) LA COSCIENZA? QUALE CAMMINO FORMATIVO?

“Bada che la luce che è in te non si spenga ”[28]

Questo « camminare » con Cristo e verso Cristo, richiede alla coscienza di essere continuamente illuminata in un percorso di formazione.

La coscienza va educata[29], formata.

Educare la coscienza indica la capacità di voler cogliere fino in fondo il significato dei valori, acquisire una capacità di autocritica e di autocontrollo. Un processo che durerà tutto l’arco della vita della persona in cammino.

Quali sono gli strumenti per una vera formazione della coscienza ?

  • La fede stessa, come abbiamo spiegato fino ad ora, nel praticarla nel concreto del mio quotidiano. “Una coscienza buona e pura è illuminata dalla fede sincera”[30].
  • Una decisione personale di vivere secondo la fede cristiana. Percorrere un cammino di fede insieme agli altri; per esempio, il gruppo parrocchiale o il movimento ecclesiale di cui si farte.
  • Testimonianza e consigli altrui.
  • Il Padre spirituale
  1. Esame di coscienza, direzione spirituale e confessione regolare.
  2. “Rispetto per la coscienza altrui (CCC2039) : accoglienza della diversità, verifica ».

Conclusione.

Il cristiano sa che non tutto può scegliere, vivere e fare come gli altri senza un serio discernimento e confronto. Egli, proprio perché ha fatto un’opzione fondamentale da cui ogni volta desidera ripartire, non può non leggere la realtà che lo abita e che lo circonda se non da una luce chiara che è Gesù Cristo.

Questa scelta fondamentale gli fa comprendere che non cammina senza un punto di partenza e senza una meta, anzi tutt’altro : egli sa dove sta andando !

Afferma a questo proposito san Paolo, con le cui parole termino:

« Questo affinché non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e da qualsiasi vento di dottrina, secondo l’inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell’errore. Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità. Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani nella vanità della loro mente, [18] accecati nei loro pensieri, estranei alla vita di Dio a causa dell’ignoranza che è in loro, e per la durezza del loro cuore. Diventati così insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza, commettendo ogni sorta di impurità con avidità insaziabile. Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo, se proprio gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, per la quale dovete deporre l’uomo vecchio con la condotta di prima, l’uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera. Perciò, bando alla menzogna: dite ciascuno la verità al proprio prossimo; perché siamo membra gli uni degli altri. Nell’ira, non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, e non date occasione al diavolo. Chi è avvezzo a rubare non rubi più, anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani, per farne parte a chi si trova in necessità. Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano. E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione. Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo »[31].

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[1] A cura di A. MONTONATI, Giovanni Paolo II, PAROLE SULL’UOMO, Ed. BUR [2005], pag. 126.

[2] Chiedere ai ragazzi (dividendoli in piccoli gruppi): che cosa intendono loro per coscienza ?

[3] Dizionario etimologico, edizione aggiornata, Ed. Rusconi Libri [2011], pag. 267/a.

[4] Dizionario sinonimi e contrari, Ed. Rusconi Libri [2011], pag. 113/a.

[5] Dispense , M. COZZOLI, Corso fondamentale di Teologia Morale, Roma 1996, pag. 36.

[6] Giovanni Paolo II, Enciclica Dominum et Vivificantem, 43 in Ench. Vat. 10, 555.

[7] Pio XII : Eugenio Pacelli (papa dal 2-3-1939 al 2-3-1958).

[8] Pio XII, Radiomessaggio sulla formazione della retta coscienza cristiana nei giovani, 23 marzo 1952 : AAS 44(1952).

[9] « Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; [15] essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono. [16] Così avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo» (Rm 2, 14-16).

[10] GS 16.

[11] « Scintilla conscientiae ».

[12] Cfr. A. MOLINARO, La Coscienza, Ed. Bologna 1971, pag 54.

[13] COZZOLI, pag. 43.

[14] CCC 1778. Nota : John Henry Newman, Lettera al Duca di Norfolk, 5.

[15] Cfr. Pio XII, Radiomessaggio sulla formazione della retta coscienza cristiana nei giovani, 23 marzo 1952 : AAS 44(1952).

[16] CCC 1786-1789.

[17] Ef 4, 14-15.

[18] Cfr. M. COZZOLI, Dispense pag. 42.

[19] Dignitatis Humanae (DH) 3.

[20] COZZOLI, pag. 61.

[21] Cfr. DH 3.

[22] COZZOLI, pag. 61.

[23] Cfr. GS 22.

[24] Mc 8,36.

[25] I 7 doni della Cresima : Sapienza e Intelletto, Consiglio e Fortezza, Scienza e Pietà, Timor di Dio.

[26] Cfr. Mt 13,46.

[27] T. SPIDLIK, Noi nella Trinità, Breve saggio sulla Trinità, Ed. Lipa [2000], pag. 85-86.

[28] Cfr. Lc 11,35.

[29] CCC 1783-1785.

[30] CCC 1794.

[31] Ef 4, 14-32.

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